L’incredibile mondo degli eSports: dalla nascita al boom
Hai scoperto da poco il mondo degli eSports e sei curioso di saperne di più?
In questo articolo parleremo della nascita degli eSports e di come mai hanno acquisito così tanto successo nel tempo!
eSports: dalla nascita al boom
Gli eSports (abbreviato dall'inglese: “electronic sports” – ossia, sport elettronici), come abbiamo parlato in questo recente articolo, sono dei videogiochi d'azione che, in genere, si giocano in multiplayer online (quindi anche dalla propria cameretta) da console, computer e smartphone che intrattengono milioni e milioni di videogamers ogni giorno.
La nascita
La prima competizione eSport risale al 1972; si trattava di un piccolo torneo di Spacewar!, un videogioco sparatutto realizzato tra il '61 e '62, che vide la partecipazione di una ventina di studenti gamers e si tenne presso l'Università di Stanford. Il torneo era sponsorizzato da Rolling Stones, che offrì come primo premio un abbonamento annuale al loro periodico.
Nel 1978, venne annunciato Space Invaders, videogioco che ha reso popolare l'uso di un punteggio alto per tutti i giocatori e che ispirò tutti i videogiochi eSports avvenire. Atari, visto il potenziale di Space Invaders, organizzò, negli anni '80, un torneo dedicato interamente al videogioco, il quale vide la partecipazione di oltre 10mila gamers da parte di qualsiasi zona degli Stati Uniti. Visto l'interesse per gli eSports, negli anni seguenti nacquero altri videogames (tra cui Super Mario Bros e Netrek).
Verso gli anni '90, vista anche la diffusione di internet, cominciarono a nascere sempre più videogiochi online (come il gioco competitivo Street Fighter II) e, di conseguenza, anche tornei e grandi competizioni sponsorizzate e trasmesse in televisione.
Nel 1997 venne fondato il primo campionato internazionale professionistico degli eSports, chiamato “Cyberathlete Professional League”.
Il boom dei giorni nostri
Col crescere dei videogiochi e dei gamers, ovviamente sono cresciute anche le competizioni e, come conseguenza, dall'abbonamento annuale al periodico Rolling Stones, si è passati a cifre da capogiro come montepremi.
Visto l'interesse in continua crescita per gli eSports, sempre più persone ed aziende hanno voluto investire in questo mondo, realizzando videogames di alta qualità ed in grado di intrattenere per ore ed ore. Questi videogames che sono stati realizzati dalla fine degli anni '90/inizio 2000, sono i videogiochi che conosciamo tutti noi oggi.
Basti pensare che il noto Call of Duty, attualmente giocatissimo, è nato nel 2003: sono state fatte versioni successive del videogames, ma attualmente è ancora in “hype”.
In Italia, la diffusione dei videogiochi, degli eventi e la promozione dei videogiochi stessi, è stata resa grazie soprattutto alla piattaforma di livestreaming (ossia di streaming dal vivo – in tempo reale) di Amazon.com: Twitch.
Su Twitch è possibile creare un proprio canale, o guardare altri streamer gratuitamente, e trasmettere ciò che si sta facendo in un determinato momento (è una sorta di TV moderna). All'inizio, la maggior parte degli streamer trasmettevano i loro allenamenti o tornei mentre giocavano ai vari videogiochi eSports.
Col passare del tempo, sempre più persone si sono iscritte alla piattaforma ed hanno iniziato a giocare, diffondendo così gli eSports e facendo crescere ancor di più il fatturato ed i montepremi dei tornei.
Attualmente è persino possibile scommettere, come si farebbe con altri giochi da casinò, su chi vincerà un torneo o un campionato di eSports.
In copertina: Florian Olivo.
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